L'origine della ROVER JOE


Tale nome trae origine da un sistema di comunicazione ideato dall'esercito degli Stati Uniti proprio per la campagna d'Italia.

Nel dettaglio si tratta di un sistema radio mobile istallato su jeep Willys equipaggiata di due apparati radio: uno per la comunicazione con l'esercito e l'altro con l'aviazione.

Il mezzo, denominato con la sigla AN/VRC-1 o, più spesso, con il nickname di “Rover Joe”, ha coordinato gli interventi dell'aviazione statunitense lungo le linee mobili del fronte durante la campagna d'Italia, innovando drasticamente la comunicazione che, fino ad allora, era a comparti stagni.

Tale evoluzione ha dimostrato che, attraverso l’ampliamento della comunicazione, si possono ottenere grandi successi e vincere importanti sfide sia in campo bellico sia civile.

Oltre alla ricerca in ogni parte del mondo di materiali originali, l’Associazione organizza, promuove e sostiene mostre, congressi, studi, visite guidate a musei e luoghi della memoria, in collaborazione con enti museali, altre Associazioni, Forze Armate, biblioteche, archivi storici.

Lo scopo fondamentale è sempre teso alla realizzazione di iniziative dirette alla valorizzazione culturale del periodo storico sopracitato.

Durante l’invasione della Sicilia e dell’Italia, il comando della forza aerea tattica americana controllava tutte le forze aeree che supportavano l’operazione.

Persino le forze di trasporto logistico, non direttamente implicate nella difesa della flotta aerea erano sotto il suo controllo operativo.

Questa unione di forze aeree non era solo solida in teoria, ma resistette all’esame della battaglia e dimostrò di essere il metodo più efficace per controllare le forze aeree nel quadro delle operazioni.

Non appena fu evidente tutto il potenziale dei controllori aerei con base a terra sulle linee del fronte, venne fatto un esperimento per la campagna d’Italia chiamato Rover Joe.

Una Jeep Willys equipaggiata di DUE apparati Radio ,SCR193 per comunicazioni di terra (truppe) ed SCR 522 per comunicazioni dirette con i velivoli, seguiva le linee del fronte in movimento.

A bordo oltre al conduttore del veicolo, vi era un esperto pilota di cacciabombardiere.

La Jeep si posizionava in un punto che sovrastava una zona attiva del fronte della Quinta Armata.

Basandosi sull’esperienza del Pilota che osservava l’evolversi del fronte questi sceglieva direttamente gli obiettivi per l’aviazione alleata, descriveva il teatro delle operazioni ed avvertiva i piloti della presenza di truppe amiche e di difese nemiche nella zona.

Rover Joe coordinava voli con frequenza di quattro ogni 30 minuti, questo per garantire una sufficiente copertura aerea, evitando che il nemico si potesse riorganizzare in tempo.



Il Gen. Mark Clark disse nella sua relazione:
“Spesso,con il Coordinamento Rover Joe si sganciava le bombe sugli obiettivi a solo 500 metri dalle nostre truppe ed i nostri uomini non sono mai stati feriti nemmeno una volta."

Visto l’ottimo risultato avuto dall’esperimento Rover Joe durante la campagna d’Italia, la Nona Forza Aerea impiegava un programma simile in Europa.
Al momento dell’invasione della Normandia, quindi, erano già stati creati dei comandi aerei tattici numerati che lavoravano con ogni esercito di terra, e questo ha contribuito al successo dell’operazione che dalla Normandia ha dato seguito alla liberazione dell’Europa.
 






   

Paul Bennett

..."Sono stato un puntino nella vostra storia. Oggi ho rivissuto la mia storia."...


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