Il Telegrafo attraverso Morse e Marconi


Nel 1832, durante una traversata dell'Atlantico a bordo di un veliero, Samuel Morse ascoltò casualmente una conversazione sull'elettromagnete: questo avvenimento gli diede l'ispirazione per studiare un particolare sistema di segnalazioni basato sull'elettricità.

Per realizzare tale sistema di segnalazione, Morse inventò un alfabeto fatto di segni che potevano essere trasmessi col suo telegrafo elettrico, brevettato in America nel 1838.

Da questo momento ha inizio l'era delle comunicazioni moderne: il primo telegrafo era costituito schematicamente da un interruttore (tasto telegrafico) il quale permetteva o interrompeva il passaggio della corrente elettrica lungo il filo che collegava la stazione trasmittente a quella ricevente.

Nella stazione ricevente era stata collocata un'elettrocalamita provvista di un'ancoretta la quale era unita ad una punta scrivente che tracciava su una striscia di carta tratti più o meno lunghi (linee o punti).

Tale successione di punti e linee rappresentava (secondo il codice Morse) le varie lettere, i segni d'interpunzione del messaggio trasmesso.

Si potevano trasmettere fino a dieci parole al minuto con un tasto telegrafico azionato a mano, e questi segni dovevano poi essere decifrati e trascritti a mano.

Nel 1851, con la posa del primo cavo sottomarino tra Francia ed Inghilterra, iniziano le comunicazioni internazionali. r>

Nel 1895 con l'invenzione della radio si aprono nuove prospettive: i segnali Morse cominciarono ad essere propagati anche attraverso l'etere (onde elettromagnetiche) e il nome venne modificato in radio-telegrafia. Guglielmo Marconi detto "Padre delle radiocomunicazioni" fu il primo ad utilizzare le onde radio per trasmettere i messaggi a distanza senza aver bisogno di collegamento fisico (con dei fili) tra una stazione trasmittente e una ricevente.

Nei primi esperimenti Marconi usò un primitivo sistema di radio-telegrafia che si basava sui principi di base degli esperimenti scientifici di Herz.

Così creò un'antenna per i sistemi ricevente e trasmittente.

Nel 1900 venne stabilito un collegamento radio-telefonico a distanza di 300 Km tra la Cornovaglia e l'isola di Wight, nell'Inghilterra meridionale, dimostrando ciò che la scienza considerava impossibile:
si pensava, infatti, che superare l'orizzonte non fosse possibile in quanto le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta.

Nel 1904 si raggiunge la qualità maggiore con l'avvento del Diodo, la valvola termoionica con la quale si riusciva a trasmettere e ricevere la voce umana;
successivamente DE FOREST inventà il triodo, che permetteva la modulazione e la demodulazione del segnale e la possibilità di generare onde radio persistenti in qualsiasi frequenza e di grande potenza.

Nel 1920, in Gran Bretagna e negli U.S.A. vengono effettuate le prime trasmissioni radio-foniche.

Il tasto telegrafico rimarrà il protagonista della comunicazione Morse per tutte le generazioni successive di Marconisti fino ai nostri giorni.

L'ultimo impianto telegrafico ad essere ufficialmente smantellato risale al 1985, era presso un piccolo ufficio della Provincia di Roma.

Attraverso la telegrafia è stata raccontata la nostra storia, con le nuove tecnologie racconteremo il nostro futuro.

Il codice Morse è stato ampiamente utilizzato per quasi un secolo e mezzo.

Generazioni di Marconisti hanno speso la propria esistenza picchiando sul tasto telegrafico tanto da assumere il codice morse come seconda lingua.



A tal proposito ecco una brillante affermazione:

" il Morse, che tutti consideravamo come un linguaggio assolutamente secondario e artificiale, un "codice", un mero codice appunto, è invece, considerato nelle sue diverse prassi effettive, una realtà molto più complessa, un linguaggio che presenta aspetti assolutamente naturali (nell'uso del corpo proprio, innanzitutto), insieme ad alcuni aspetti tecnici "artificiosi", e che per questo è forse in grado di farci vedere meglio aspetti comuni anche al primo linguaggio, alle lingue storico-naturali nel loro uso orale spontaneo, ma che in questo restavano in parte in ombra "

(Prof. Daniele Gambarara Docente Università della Calabria).
 






   

Paul Bennett

..."Sono stato un puntino nella vostra storia. Oggi ho rivissuto la mia storia."...


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